Pastorale della Salute - Diocesi di Roma Commenti al Vangelo al tempo del coronavirus II Domenica di Quaresima

NEANCHE A UN METRO DI DISTANZA … DA DIO



C’è un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci (Qo 3,5).
Questa parola del libro del Qoelet ci sembra così attuale, di questi tempi, chiamati, per evitare il contagio, ad essere tutti a un metro (anzi sarebbe quasi due) di distanza…
Eppure in questa seconda domenica di Quaresima mi viene indicato proprio il contrario, con il bellissimo evento della Trasfigurazione sull’alto monte, descritto dall’evangelista Matteo.
Come sarebbe bello, proprio ora, salire su un monte, abbandonare queste nostre città contagiate dal virus e sperimentare, con Gesù, cosa significa annullare la distanza tra Cielo e terra. Ed essere di nuovo libero. Sì, perché forse tutto questo tempo che mi vede costretto più o meno ad isolarmi è un invito a desiderare la vera Libertà, che è respirare la presenza di Dio, senza maschere o mascherine, nella gioia di essere profondamente amato. Nella Luce… dopo tanto buio.

Allora vi chiedo, Pietro, Giacomo e Giovanni: Fatemi spazio tra voi tre, dietro a Gesù… Fatemi essere quinto, in questa scalata, come ultimo di una cordata. Fatemi trovare in mezzo a voi, davanti a Gesù che prega, quando improvvisamente risplende di una Luce finora sconosciuta ai miei occhi.
Gesù “si illumina di Immenso” coinvolgendomi in questa esperienza straordinaria, travolgendomi di stupore, avvolgendomi con quella Luce di uno Splendore che non ha nome nella nostra lingua. Abbracciandomi, annullando ogni distanza.
Io non sono abituato a questo. Sto piuttosto nelle vie a volte semibuie della mia vita, con qualche sprazzo umano di felicità. Poi basta un piccolo virus, per rivelarmi e rivelarci la mia fragilità di uomo, ricordandomi che sono una creatura.
Eppure, ogni volta che incontro l’Amore, quello vero, sono illuminato. Gesù si illumina e mi illumina perché ama fino alla fine. Ama anche me, che sono salito di nascosto, dietro a voi tre.
Com’è bella la fiamma d’un Amore che consuma! È il fuoco del roveto contemplato da Mosè, è il carro di fuoco di Elia che lo porta nel cielo!

“È bello per noi essere qui! Facciamo tre capanne!”.
Sì, Pietro, è bello! Vi aiuterò io a fare queste capanne, ci daremo da fare per fermare questo momento di Luce…
Ma… non è ancora il tempo per fermarsi. C’è una nube luminosa, sento la voce di Dio! “Questi è il mio Figlio, il prediletto: Ascoltatelo”.
Mi sento in Cielo, non c’è più distanza tra uomo e Dio, sono felice!

Ma poi… di nuovo… tutto come prima. Niente più quella Luce, non c’è Mosè, non c’è Elia. Va via la nube, non si sente la voce. C’è solo Gesù. E scopro che questa è la più grande Grazia: c’è Gesù, solo con noi. Con me.
Scendo dal monte, mi ritrovo in questo tempo di grande prova, ma c’è Gesù con me. Non è trasfigurato, piuttosto lo vedo sfigurato in questa nostra povera umanità. Ma è con me. Non sto sul Tabor, mi sento sul Calvario… ma è con me.
Non vedo Luce, ma il buio. Non sento la Voce del Padre, ma il Suo silenzio. Ma Gesù c’è. E ora capisco che questo mi basta, anche se è notte.

Ogni volta che prego, che ti ascolto, ritrovo quella Luce del Tabor e mi serve… è necessaria, per poi affrontare questi giorni di buio, anche questi tempi difficili.
Ecco allora il salto nella fede: vedere il Trasfigurato nello Sfigurato, ossia trasfigurare la mia realtà, con gli occhi di Dio. E se questa realtà è nuova, imprevista, imprevedibile, Lui comunque c’è. Anche e soprattutto in questo tempo di contagio, scoprendo che non c’è niente di più contagioso dell’Amore.

Se Lo ascolto, vedo la Luce. Ma, anche se non la vedo, posso intra-vederla, vederla dentro questa mia realtà.
Io l’ha intra-vedo negli occhi di tanti malati, anche gravi, ma forti nella fede. La intra-vedo in tante persone impegnate per la salute e il bene degli altri. La intra-vedo nelle comunità dove si respira la bellezza di credere in Gesù. La intra-vedo ogni volta che, pur nelle mie mani di peccatori, il Signore sceglie di essere preso da me nel Pane dell’Eucarestia. La intra-vedo quando il buio del peccato fugge davanti al Sole della Grazia. La intra-vedo in questo desiderio di abbraccio per ora negato, ma che presto ritroverò in tutta la bellezza di questo segno d’amore.

La intra-vedo ora, e so che un giorno vedrò Dio in tutta la Sua Luce, in tutto il Suo Amore, quando non ci sarà più la distanza, neanche di un metro, ma potrò essere abbracciato da Lui e Dio sarà tutto in tutti. Allora potrò dire: “è bello essere qui”.
E Lui mi dirà: sarai qui per sempre.

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