Testimonianza su Fratel Ettore

«Ho conosciuto Fratel Ettore a Grottaferrata, e precisamente nel locale dove lui alloggiava con i suoi senza fissa dimora, un locale che era in stato di notevole degrado. Girava nel nostro paese di Grottaferrata con un pulmino, se ricordo bene era un fiat 600, sopra il quale era ben visibile sul tetto una Madonnina alta almeno un metro.

Siamo nel periodo della guerra in Bosnia, e come ero solito fare tutti venerdì mattina, partivo insieme a mia moglie e a qualche amico, inizialmente per recarci al campo profughi di Cernomely in Slovenia, dove mia sorella, Suor Elvira [delle Suore Francescane Missionarie di Maria] viveva con la sua comunità per aiutare gli ospiti in una caserma dell'ex Jugoslavia; in seguito lei, fu trasferita, per volere del Cardinale Pulic, ad Ozak in Bosnia Erzegovina.

Un venerdì mattina, come tanti, partiamo da Grottaferrata, insieme a mia moglie e a mia sorella, che era venuta in visita qualche giorno da noi. Mentre scendevamo per il senso unico di via Anagnina a Grottaferrata, vediamo il pulmino di Fratel Ettore con questa bellissima Madonnina, che dava all'occhio nonostante il buio (erano circa le 3 del mattino), gli lampeggio con i fari e vado oltre. 

Appena presa l'autostrada, mi fermo per fare rifornimento e riprendo il viaggio. Dopo qualche chilometro noto una macchina che lampeggiava insistentemente, ma non potevo riconoscerla vista l'ora. Mi accosto, il conducente del veicolo scende e viene accanto al mio sportello e mi dice queste testuali parole: "Luigi, so che stai andando in Bosnia, prendei la mia giacca a vento, perchè lì hanno freddo" e togliendosela, me la consegnò. Era Fratel Ettore. Si mise poi la mano in tasca e mi consegnò 200 mila lire. Rimanemmo sbalorditi da questo gesto.

Questo era fratel Ettore, che si è fatto povero per i poveri seguendo l'insegnamento di Gesù»
Luigi Raparelli, diacono permanente e 
presidente della Caritàs della Diocesi di Frascati, il giorno che ci ha portato la sua testimonianza.

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