Spiritualità della Madre Giuseppina Vannini

Tratti di Spiritualità della Madre Vannini


Questo lavoro che stai per leggere, è stato pazientemente e amorosamente compilato dalla nostra carissima sorella Sr. Saveria. A lei va il nostro sincero "grazie" per la sua preziosa opera che oggi noi, fiere del suo omaggio pubblichiamo per voi. Il Signore la benedica e Mamma Maria la protegga sotto il suo manto. GRAZIE!  

Centenario della presenza delle Figlie di San Camillo a Roma, Torpignattara Ospedale Beata Giuseppina Vannini


Alla loro Fondatrice, nel 1° Centenario di Fondazione" le Figlie di San Camillo umilmente dedicano, desiderose di offrire ai fratelli e sorelle un breve compendio della spiritualità della loro Madre perché sia guida nel cammino della fede, sulla Parola di Gesù:
"Quello che fate al più piccolo dei miei fratelli lo fate a Me" (Mt.25)

Santa Giuseppina Vannini


Nacque a Roma nel 1859, rimasta orfana a sette anni, fu accolta ed educata dalle Figlie della Carità. All'età di ventun anni circa, chiese di essere ammessa nel loro Istituto, dal quale poi dovette uscirne per motivi di salute.

A Roma, durante un corso di Esercizi Spirituali ebbe occasione di conoscere il religioso Camilliano Padre Luigi Tezza, oggi Beato. 

Illuminato da Dio, il Tezza riconobbe nella giovane la persona da tempo cercata per la Fondazione dell'Istituto religioso delle Figlie di San Camillo; Istituto che avrebbe dovuto attuare in campo femminile l'ideale di carità vissuto da S. Camillo

nell'assistenza agli infermi con voto speciale: anche con pericolo della vita. Con l'assenso della Vannini, il 2 febbraio 1892 ebbe vita il primo nucleo dell'Istituto.
La Beata viveva una fede ardente, un profondo spirito di orazione e carità eroica. Vedeva e serviva Gesù nel malato con affetto di madre e formava le figlie all'alto ideale della carità eroica. Figlia della croce, nonostante la fragilità della salute, affrontò con fede e tenacia i numerosi ostacoli, mostrandosi la donna forte della Scrittura. 
Mori a Roma il 23 febbraio 1923.

Fin da piccola rimasta orfana si era affidata a Gesù e nutriva per Lui un ardente amore, aveva compresa la Sua infinita bontà, in quelle parole del Vangelo:
Venite a Me voi tutti, che siete affaticati e oppressi e Io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da Me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime (Mt 11,28-29).
Il Cuore Sacratissimo di Gesù era il suo rifugio, per questo amava proferire la giaculatoria: "Sacro Cuore di Gesù, confido in Voi! Sono nelle Vostre mani"

Agli inizi della Congregazione, scriveva: “Non so proprio che fare, se non fosse quel “SACRATISSIMO CUORE” che ha detto di ricorrere a Lui quando siamo tristi ed affaticati, quasi abbandonerei tutto…; non lo faccio perché il DIVIN CUORE mi apre la “SUA PIAGA” e mi invita ad attingere forza in quella “STANZA D’AMORE”.

Il Sacro Cuore di Gesù era tutto per Lei: la sua forza, la sua consolazione, la sua fiducia, il suo sicuro rifugio.
Raccomandava alle sue figlie quando le vedeva turbate, inquiete ed agitate: “Andate da Gesù ed apritegli con confidenza il vostro cuore, parlategli come se parlaste ad un padre, ad un amico, il più buono ed il più tenero. Vedrete che la vostra angustia svanisce, perché sentirete scendervi nell’anima un balsamo confortatore che vi renderà dolce ogni cosa”.
La Beata Vannini diceva: “La mancanza totale di confidenza in Dio, temendo anche di non salvarsi, è roba diabolica: E’ molto meglio abbondare nella filiale confidenza in Dio, che dubitare d’una si grande bontà e “Misericordia”! La Beata aveva già compreso il messaggio che il 22 febbraio 1931 Gesù Misericordioso avrebbe rivelato a Santa Faustina.

Messaggio di Gesù
Esorta tutte le anime alla fiducia nell'imperscrutabile abisso della mia Misericordia". La sua sorgente è stata spalancata dalla “lancia sulla croce” per tutte le anime, non ne ho esclusa nessuna. “Scrivi: che più grande è la miseria di un’anima, e più grande è il suo diritto alla mia “Misericordia”.
Apri il mio Cuore come sorgente di Misericordia. Tutte le anime attingano con fiducia a questo “Oceano di Misericordia”; i peccatori conseguiranno la giustificazione e i giusti vi saranno confermati! Chi avrà riposta la propria fiducia nella mia “Misericordia nell’ora della morte avrà l’anima ricolma della mia “Misericordia”.
“L’anima debole, peccatrice, non abbia paura di avvicinarsi a Me; quand'anche avesse più peccati di quanti granelli di sabbia vi sono sulla terra, tutto scomparirà nell'abisso della mia “Misericordia”
La mancanza di fiducia mi strazia profondamente.
Scrivi “Gesù, confido in Te!”. Anche Madre Vannini ripeteva spesso: "Gesù confido in Te, sono nelle tue mani!"

L'Amore per Gesù:
I primi affetti di Madre Vannini erano per Gesù, Redentore dell’umanità. Amava vedere Gesù sotto l’aspetto di Bambino, di Crocifisso e di S. Cuore.

Gesù era per Lei tutto! Amava Gesù in tutti i misteri della sua vita terrena. Le feste di Natale le riempivano il cuore della più dolce letizia e non mancava di mandare gli auguri alle sue religiose, e diceva loro: “Quello che Gesù Bambino desidera sono le disposizioni interne, quindi un cuore scevro di ricerche umane e materiali, vuoto di se stesso dedito a cercare il beneplacito di Dio anche a costo di sacrifici”. Invitava le sue sorelle ad andare spesso con il pensiero alla Grotta di Betlemme per meditare le sofferenze della S. Famiglia e per imparare la povertà.
“Non lamentatevi di non avere tutto ciò che desiderate e quello che potreste avere, aveva forse tutto Gesù Bambino nella reggia di Betlemme? Se pensassimo spesso alla sua povertà non ci lamenteremo della nostra”. 


Dopo il mistero di Betlemme, il suo cuore sentiva molto quello della Passione. La sua meditazione quotidiana era sulla Passione di Gesù, il suo libro migliore era “il Crocifisso”. Diceva: “Non capisco perché si vada dalle suore mettendo sotto sopra la casa per cercare libri di devozione…, per me non conosco libro più bello, più utile alla pietà, del libro del Crocifisso, è un libro di facilissima lettura, lo possono leggere anche coloro che non conoscono l’alfabeto”. Una delle sue devozioni particolari era la “Via Crucis”. La praticava spesso e avrebbe voluto che anche le sue figlie lo facessero, e diceva: “Non si deve dimenticare che la Via Crucis è una delle più belle pratiche di pietà della vita cristiana. Accompagnare Gesù sulla vetta del Golgota rifacendo, dietro i suoi passi, la strada percorsa da Lui nel giorno della Sua Passione, deve essere una delle più belle soddisfazioni per l’anima religiosa”.

L'Eucaristia fa' la Chiesa

“Nostra santificazione”

La nostra Madre ci teneva moltissimo che la Cappella fosse ben preparata, pulita, ornata in modo adatto, diceva che per il Signore bisognava preparare tutto bene con la massima cura. 
Ascoltava la S. Messa e prendeva parte alle preghiera con un contegno molto raccolto. Voleva che le preghiere venissero recitate bene e diceva che in Cappella si deve stare con compostezza, nel pieno controllo dei propri sensi perché so parla con il Re dei Re! e che le sorelle nel pronunciare il Nome Ss.mo di Gesù chinassero il capo. Madre Giuseppina viveva continuamente raccolta nel Signore Gesù e desiderava che la nostra giornata fosse una continua preghiera. In Cappella si estraeva quasi dal mondo, il Tabernacolo aveva un'attrazione irresistibile. Riponeva le sue delizie nello stare con Gesù Sacramentato, aveva gli occhi fissi nel S. Tabernacolo, quando la Comunità usciva dalla Cappella Lei rimaneva con Gesù, ci insegnava con l'esempio il modo di stare alla Divina Presenza. L'amore a Gesù Eucaristia si manifestava in Lei con la visita frequente al "Prigioniero Divino", un'altra sorella afferma: "durante la giornata in qualche momento libero faceva delle visite a Gesù Sacramentato e ricordo che ci se esortava a fare altrettanto. 

Durante la vita alla cara Madre non mancarono croci e prove di ogni genere, Ella sapeva dove andare, si sottraeva da tutto, fuggiva da tutto e da tutti, si prostrava ai piedi di Gesù Eucaristia affidava a Lui le sue pene, i suoi problemi e ripeteva: "Confido in Te, sono nelle tue mani". La Madre diceva: "L'eroismo della carità viene attinto nella Ss.ma Eucaristia; allontanati da questa fornace d'amore si diverrà un essere qualunque senza vita, senz'anima e si non potrà produrre che opere naturali".
A Brescia Madre Vannini fu sorpresa a piangere dirottamente in un angolo della Cappella. Chiesta la causa di quelle lacrime, la buona Madre disse queste precise parole: "Pensare che ci sono anime religiose che offendono il Signore, e si accostano a riceverlo in peccato!" " Cerchiamo di amare tanto il Signore e mettiamoci nella necessità di non commettere avvertitamene un solo peccato veniale".

Maria Santissima

Madre Giuseppina Vannini nutrì una tenera devozione alla Madonna, a Lei ricorreva con fiducia: “Nelle tue mani, o Maria, rimetto ogni richiesta di grazie a Dio, sono sicura che tu l’esaudirai”.
Sentì tutta la bellezza della devozione alla Vergine SS. fin dai primi anni, aveva perduta la mamma terrena e senz'altra guida che la sostenesse, vide Maria farsi incontro, proteggerla, difenderla e quindi portarla a GESÙ.

La devozione alla Vergine non fu semplice fervore di giovinetta di collegio, ma forte sentimento dell’anima che conservò vivo nel cuore per tutta la vita .
Nelle feste della Vergine voleva che la Cappella fosse ben adorna; prodigava tutta se stessa nella preparazione più accurata di ogni particolare. Scriveva alle Comunità: "Ci avviciniamo alla festa dell'Immacolata Concezione, spero che anche in codesta Casa si faccia la novena di preparazione con molto fervore. Noi qui facciamo altrettanto. La Madonna benedirà certamente le nostre anime e le nostre forze, raccomandava alle sue figlie di tenersi strette al Cuore Immacolato di Maria e di raccogliersi fiduciose sotto il Suo manto materno.
La devozione della Fondatrice per la Vergine, non si fermava all'ammirazione, ma si spingeva 
fino alla più fedele imitazione, cercava di imitarne le virtù in particolare la purezza, l’umiltà 
e la maternità, pronunciando con generosità dinanzi ad ogni evento doloroso, il suo 
immutabile “fiat”. Il suo tenero amore a Maria cercò di infonderlo costantemente nelle figlie.
Diceva ad una sua figlia: “Metta la perseveranza della sua vocazione fra le mani della 
SS.ma Vergine e nei momenti di tensione, di pena e d’apprensione, ricorra alla cara 
Madre del cielo, che saprà dissipare tutto e farla riuscire vittoriosa.

San Giuseppe 

Madre Vannini aveva appresa la devozione a S. Giuseppe nell'orfanotrofio dove aveva trascorso i primi anni della vita e dove aveva sperimentato il soccorso della provvidenza. S. Giuseppe suo protettore, era il suo preferito tra i santi. Lui il santo dell'umiltà, della vita interiore, del silenzio, del nascondimento, dell'obbedienza, virtù tanto necessarie all'anima che vuole essere tutta di Dio. Verso S. Giuseppe ella aveva una confidenza propria, parlava con lui come se parlasse al su "papà"; lo interessava di tutte le piccole e grandi difficoltà della sua famiglia religiosa. Dopo essersi intrattenuta confidenzialmente con Lui, nei momenti difficili, nei bisogni spirituali e materiali della comunità, delle suore e suoi finiva sempre col dirgli: "pensateci un po' voi". Diceva alle sue suore: "Quando io non riesco a liberarmi dalle preoccupazioni, che mi dà il governo della Congregazione, specialmente quando le ristrettezze materiali mi opprimono da ogni parte, mi rivolgo a S. Giuseppe e dico: pensateci un po' Voi, io non posso venirne fuori, veramente il santo fece superare tante volte momenti molto difficili. Per questa protezione particolare che Ella sentiva continua, raccomandò sempre la devozione verso di Lui alle Figlie, le quali l'accolsero come preziosa eredità. Inculcava questa devozione anche perché è il protettore dei moribondi.
"Io non mi ricordo di aver supplicato S. Giuseppe per cosa alcuna, senza che Egli non abbia consolata" 

San Camillo

Nutriva una devozione sincera e tutta filiale a S. Camillo. La figura del santo della carità dovette risplendere in lei quando Padre Luigi Tezza gliela fece conoscere nella cappella delle suore di Nostra Signora del Cenacolo e la invitò a seguirne le orme, indossando anche la divisa con 
la croce rossa. Alle tre prime aspiranti, il Padre Tezza impartiva 
istruzioni fondamentali sulla vita e lo spirito di S. Camillo, la Vannini si commuoveva profondamente, mentre lo spirito del Santo la 
penetrava fin dentro l’anima, trasformandola tutta in amor di Dio e del prossimo: 
Onorò S. Camillo cercando sempre di essere realmente sua figlia fedele.


Amore al prossimo

Il Santo Padre, il San Giovanni Paolo II, in occasione della visita all'Ospedale Vannini di Roma, il 1 aprile 1990, così si esprimeva: 

“E’ Gesù Cristo che si nasconde e si svela nella carne di coloro che voi siete chiamate ad assistere e curare. Ciò esige da voi atteggiamenti interiori, parole e gesti ispirati, non solo da una profonda e ricca umanità, ma da un autentico spirito di fede e di carità. Vi esorto a crescere e progredire sempre più in questa direzione”. 

La Madre Vannini si distinse nella carità verso il prossimo, amava sinceramente tutti, con tenerezza squisitamente materna, li seguiva di continuo, individualmente in tutte le loro necessità sia fisiche che morali e spirituali. Diceva: “La carità deve essere universale, abbracciare tutto il mondo, fondamentale è aiutare i nostri prossimi a ben morire, pregando sempre per i poveri agonizzanti, senza mai dimenticare di essere prima caritatevoli con i propri cari, e poi adottare una carità più squisita con i più bisognosi e difficili vedendo sempre negli Infermi l’immagine di “Gesù sofferente”. Diceva ancora, che quello che si fa agli infermi è a Gesù medesimo che si fa, quindi deve essere fatto con amore, delicatezza, con tutto il cuore e ancor di più vi si deve mettere l’impronta inconfondibile dell’amor di Dio. 

“La Carità sia la nostra Divisa”
 
Dalle memorie di Casa Villa Loreto in Cremona:
La nostra Carissima Madre Fondatrice fu un’anima eletta e privilegiata dal Signore per le sue rare virtù di mente di cuore e di spirito, che esercitò in modo speciale nei diciannove anni di governo fra le dilette sue figlie. Dotata di carattere maschio ed energico. Coltivava la più grande umiltà, la carità più tenera e compassionevole. Aveva ricevuto da Dio il dono di farsi amare e venerare, nelle case dove arrivava suo primo pensiero era visitare le inferme che vi alloggiavano. Vi era qualche vecchietta che la chiamavano “mamma”. Ella godeva tanto di sentirsi chiamare con quel nome.
Nell'Ospedale di Rieti si deliziava aggirarsi fra i letti delle inferme, imboccava le più gravi, cambiava la biancheria alle impotenti. 

A Brescia nelle vicinanze della nostra prima Casa vi abitava un giovane tubercolotico, il padre doveva andare al lavoro, andava dalle nostre sorelle a raccomandarsi piangendo perché andassero ad aiutare il figliolo; vi si trovava anche la buona Madre, eccola prendersi pietà di quel povero malato, si faceva accompagnare da qualche sorella, e così gli prodigava le sue cure offrendogli con dolci maniere latte, brodo ecc. che il malato non riusciva a  prendere da sé.
Per parecchi giorni quel malato fu la meta principale dei suoi pensieri così quel poverino morì consolato nell'anima e nel corpo.

La nostra cara Madre ebbe grande amore e carità verso le povere figliole orfane e derelitte, ne prese spesso in casa facendole educare e sorvegliare da qualche sorella, procurando che non mancassero di nulla per vitto e vestito.
Una volta le venne raccomandata una bambina di pochi mesi, la cui madre era morta all'Ospedale di S. Giovanni Laterano in Roma. La buona Madre la accolse e se la portò tra le braccia in fasce, avvolta nel suo mantello, mostrandola tutta felice alle sue suore in ricreazione come un regalo mandato dal cielo.
Quella bambina trovò la sua protezione nella tenera Madre che la tenne fino a sei anni circa, facendola poi collocare in un orfanotrofio.

Bene Omnia Fecit 

Fare bene tutte le cose”: massima evangelica che la Beata Giuseppina Vannini, ha seguito alla perfezione, sull’esempio di Gesù lasciandosi guidare interiormente dallo Spirito Santo a fare anche la più piccola azione per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. "Condussero a Gesù un sordomuto pregandolo di imporgli la mano e portandolo in disparte lontano dalla folla, le mise le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua e guardando quindi verso il cielo emise un sospiro e disse: "Effata", cioè apriti, e subito gli si aprirono gli orecchi, e si sciolse il nodo della lingua e parlava correttamente.
Gesù comandò loro di non dirlo a nessuno, ma più Egli lo raccomandava più Essi ne parlavano e dicevano: ”Ha fatto bene tutte le cose, fa parlare i muti e udire i sordi”
“La Divisa propria della nostra piccola Congregazione sia il BENE OMNIA FECIT, cioè fare bene tutte le cose”

Alcune testimonianze  

Madre Vannini fece di questo principio, di fare bene ogni cosa, la sua virtù, e diceva di cercare di dare in ogni momento, alle nostre più piccole azioni, quella perfezione che il CUORE Sacratissimo di Gesù richiedeva. Rettitudine in tutto e per tutto, in modo da tenere sempre di mira di piacere maggiormente al Signore.
“L’unico Maestro di preghiera è lo Spirito Santo, presente in noi che dal profondo del cuore grida: “Abba Padre”. Tuttavia lo Spirito chiede a noi impegno e collaborazione”!

Consigli e ricordi di Santa Giuseppina Vannini

Dalle Costituzioni

Dio ci ha amati per primo e noi vogliamo rispondere al Suo Amore. Per questo cerchiamo di rendere sempre più personale la nostra relazione con il Padre, pieno di tenerezza, con il Suo Figlio Gesù, nel cui nome serviamo i malati, lasciandoci guidare dallo Spirito Santo in tutta la nostra vita (C 17).
“Nulla è piccolo davanti al Signore quando si opera con grande amore a Lui”.

“Siamo devote dello Spirito santo, che ci conceda la pienezza dei suoi doni e frutti, allora sì che opereremo sempre con giusto e retto modo”.

“Dio è sempre presente; vi guarda e osserva sempre, fate bene ogni cosa, anche la più piccola, la più umiliante, perché Dio ci vede! Unico scopo della nostra vita sia quello di piacere e dare gloria a Dio!”

Abbiate fede in Dio! Mettiamo tutto nelle mani del nostro Buon Padre Celeste, non dobbiamo abbatterci, piuttosto siamo buone e Lui non mancherà di aiutarci”. 

Una notte mi sembrò che il Signore volesse chiuderci tutte le porte e non volesse più saperne di noi. Mi fu molto di conforto il pensiero di aver fatto la volontà di Dio e di aver ripetuto le parole del salmista: “In Te Domine speravi”. 

Guardiamo il Crocifisso e ripetiamo spesso ”Confido in Voi sono nelle vostre mani”.

“Non preoccupatevi del domani, non temete le croci e le fatiche poiché lassù avrete il vero premio”. 

“Cerchiamo di amare il Signore mettiamoci in condizioni di non offenderlo mai neppure con un peccato veniale”. 

“Cerchi d’essere una vera mamma con dolcezza, fermezza e bontà. Non s’inquieti dei difetti del suo prossimo, ma dimostri loro che l’agire in quel modo non è secondo il Cuore SS di Gesù".
 
"Amate il silenzio, siate anime interiori, Dio predilige in modo tutto speciale le anime interiori e silenziose". Madre Vannini usava spesso i detti di S. Teresa: "Nienti ti turbi, nienti ti spaventi tutto passa Dio non muta con la pazienza tutto si vince, a chi teme Dio, nulla manca Dio solo basta!"

Ricordava anche le parole di Gesù a S. Caterina: “Tu pensa a Me, io penserò a te”!

Dal Cantico di Esultanza

“Io ebbi fiducia nel Signore, che è buono….
si nasconde a tempo e moltiplica la sua luce,

“Ebbi fiducia nel Signore, e non restai delusa…
In eterno, benedirò il mio Dio, che è mirabile
 nelle sue vie.

“E voi figliole date lode al Signore che è buono,
grazie a Lui rendete tutti gli istanti della vita.

Glorificate dunque, o figlie in eterno il suo
Amore, sia tutta la vostra vita un cantico di gratitudine.

“Buono è il Signore e generoso con chi l’ama in
eterno canteremo le misericordie di Lui

Casa Madre 7 luglio 1909

Alcune preghiere della Beata

Consacrazione al Cuore SS.mo di Gesù
O Gesù ti consacro il mio cuore, mettilo nel Tuo, nel Tuo Cuore voglio vivere, nel tuo Cuore voglio abitare, nel Tuo Cuore voglio amare, non conosciuta dal mondo e nota a Te solo. Nel Tuo Cuore o Gesù mio cercherò le fiamme di quel amore che devono consumare il mio, in esso io troverò luce, forza coraggio, e vera consolazione, quando sarò languida mi animerà, quando sarò triste mi allieterà, quando inquieta e dubbiosa mi rassicurerà. O Cuore del mio Gesù, il mio cuore sia l’altare del Tuo Cuore, la mia lingua pubblichi sempre la Tua bontà, i miei occhi siano sempre fissi sulla Piaga del Tuo Cuore, il mio spirito mediti sempre le Tue adorabili perfezioni, nella mia memoria sia sempre stampato il prezioso ricordo della Tua infinita Misericordia. Tutto in me o Gesù mio esprima amore al Tuo adorabile Cuore, il mio cuore sia sempre pronto per amor Tuo a qualunque sacrificio.
O Cuore Immacolato di Maria dopo quello di Gesù, il più amabile e misericordioso di tutti i cuori, presenta al Tuo Figlio Gesù la mia consacrazione, l’amor mio, le mie risoluzioni, alla vista delle mie miserie mi libererà. E Tu Madre mia dopo essere stata la mia protettrice in terra sarai la mia Regina in cielo. Amen.
O mio Divino Gesù, dammi l’amore per eccellenza, l’amore della croce, non delle croci eroiche, ma di quelle volgari che portiamo purtroppo con tanta ripugnanza, quelle croci di ogni giorno di cui la vita è seminata e che s’incontrano ad ogni istante nel nostro cammino. Allora solamente Tu saprai che ti amo, e ciò mi basta. 
Oh! Sapessi prefiggermi null’altro che l’amore di Dio in tutte le mie azioni, al par di Te, o caro Gesù!. Perdonami tutte le mie intenzioni cattive, storte, imperfette, la vanagloria, i raggiri dell’amor proprio, vorrei tutto purificare con la purezza del Tuo Cuore.
Dio e Dio solo sarà il mio sospiro, la mia bandiera, il mio centro! Lascia, o Gesù, che faccia mie tutte le sante intenzioni del Tuo Cuore, per piacere a Te solo e supplire ai furti fatti da me e da tutti i superbi, alla gloria di Dio.

Sacro Cuore di Gesù confido in Te
O Sacratissimo Cuore del mio Gesù, incendio di Santo amore, vi lodo vi benedico, vi amo e vi adoro con tutte le potenze dell'anima mia. Ve le offro e consacro con tutti i miei pensieri, parole, azioni e desideri. 
Perché non posso io, o Cuore Divino del mio Gesù, tributarvi altrettanti atti d'amore, di adorazione di lode, quanti Voi medesimo ne offrite al vostro Eterno Padre. Siate Voi o mio Gesù il riparatore delle mie mancanze, il protettore della mia vita, mio asilo, mia sicura speranza nell'ora della mia morte. 
Vi domando questa grazia anche per i poveri  peccatori, per gli afflitti e gli infermi, gli agonizzanti per tutti gli uomini, affinché il prezzo del vostro Preziossimo Sangue non sia inutile per essi, fate ancora sia applicato a sollievo delle anime sante del purgatorio. Questo quanto vi domando o Cuore Sacratissimo del mio Gesù e che sempre vi chiederò sino all'estremo di vita mia. Cosi sia.
Il Carisma della Fondatrice

“Il Carisma di Fondatrice viene dallo Spirito.
La sua Opera di fondazione risponde non a un disegno della sua persona, ma un dono dello Spirito, che come vento, soffia dove vuole, ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va.
Anche oggi, la Madre Vannini si comunica con freschezza tutta originale e rivolge ai cristiani di oggi la sfida della fede, del coraggio, della gioia, della carità, della speranza instancabile, come segno del dono ricevuto dallo Spirito che la portò a vivere una vera configurazione con Cristo Gesù nella “Carità”. La sua Opera continua ad essere attuale, dove ci sia un malato, uno che soffre. Le tecniche potranno anche cambiare ed essere perfezionate però “L’Amore” continuerà sempre ad essere il più grande tra i carismi; solo esso è causa e segno di unità, speranza, sollievo, dono per gli altri.

…E se avessi il dono della profezia, e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, ma non avessi la “Carità” sono un nulla!”
(1 Corinzi 13,2)


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