Cuba: Fondazione della comunità delle Figlie di San Camillo a Camagüey

Al Dio Uno e Trino, ogni lode e gloria, perché nella sua infinita misericordia ha fatto dono al nostro Istituto di estendere le sue radici in terra cubana, con l’intento unicamente di vivere il carisma di San Camillo de Lellis e la parola del Signore: “Lo Spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi…” (Is 61,1).

Questa cara missione inizia dunque - a lode di Dio - il giorno 11 agosto 2018, con il mio arrivo da Roma in Cuba e, rispettivamente dal Peru, Sr. Giovanna Rojas e Sr. Beatriz Gonzales Chune, destinate a codesta missione, mentre Sr. Lidia Kaboré, per motivi di conclusione di studi, le raggiungerà ad ottobre. 

A prenderci all’aeroporto della Capitale di Havana stava l’Arcivescovo metropolita Mons. Wilfredo Pino Estévez, che ci ha portate alla sede dell’Arcidiocesi di Camagüey:  circa 600 Km dalla Capitale. Per il momento le sorelle saranno ospite nella Curia Vescovile, finché la casa a loro destinata sarà pronta.




Vorrei sottolineare la realtà ecclesiale in cui ci inseriamo in questa cara nazione: L'arcidiocesi di Camagüey fu eretta il 10 dicembre 1912 dal Papa Pio X. Il 5 dicembre 1998 è stata elevata ad arcidiocesi metropolitana da Papa S. Giovanni Paolo II. Costituita da 15  parrocchie; 29 Sacerdoti  dei quali 19 diocesani e 10 religiosi;  14 Religiosi, 39 Religiose e 12 Diaconi permanenti per un totale di 846.321 abitanti, di cui 537.533 (63,5% del totale) battezzati.

Cuba, cantiere di tanti martiri, ignoti agli occhi dei grandi detentori del potere ma risplendenti di luce e di pienezza di vita, è il buon terreno (cf. Mt 13,8) nel quale il Signore ci ha chiamato a impiantare il carisma del Suo amore misericordioso  verso i poveri, gli ammalati, gli ultimi. In sintonia e sotto la protezione di Nuestra Señora de la Caridad del Cobre, Patrona di Cuba, chiediamo al Dio dell’Amore di renderci missionarie della Sua tenerezza tra i più poveri.

La comunità è posta sotto la protezione della Virgen de la Asunción, non solo perché la Provvidenza ha voluto che il nostro arrivo avvenisse proprio durante la Novena in preparazione alla sua festa, ma anche perché per i suoi benefici e nella sua bontà mi ha permesso di venire come pellegrina in questa terra, per aiutare e dare speranza, rispondendo all’invito del Signore “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni…. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo(Mt 28,19-20)
Sono tanto commossa per il dono di questa nuova fondazione che si colloca nel Cuore di Gesù, che è venuto per salvare i peccatori e ogni sorta di povertà (materiale, fisica, morale e spirituale), ma ci mette anche nel cuore della Santa Madre Chiesa. 

Infatti, il mio primo impatto con quest’amata e sofferta terra mi ha riportato alle parole di Papa Francesco che subito dopo la sua elezione, ha dichiarato che la Chiesa, per essere “dei poveri”, dev’essere “povera” essa stessa. Lui ne parla spesso, ne dà l’esempio con lo stile della sua vita, e fa vedere quanto è importante che le strutture della Chiesa siano testimone di semplicità e trasparenza, come strumento per i rapporti di carità e di fraternità. Papa Francesco è convinto che solo uno stile di povertà e di solidarietà consenta alla Chiesa di essere la Chiesa di Cristo e del Vangelo. 

Il Signore ci aiuti a comprendere che i poveri sono una vera ricchezza, perché i poveri sono realmente ricchezza della Chiesa e dell’Istituto. Se l’Istituto ha a cuore i poveri “rimane sempre sintonizzato sul canale di Dio, non perde mai la frequenza del Vangelo e sente di dover tornare all’essenziale per professare con coerenza che il Signore è l’unico vero bene … a non teorizzare la vicinanza ai poveri, ma a stare loro vicino, come ha fatto Gesù, che per noi, da ricco che era, si è fatto povero” (Papa Francesco). Il Signore ci faccia capire questo, perché non ci adagiamo in una vita comoda e conseguentemente, triste. Il Signore ci doni la gioia del servizio generoso a quanti sono nel bisogno e questo ci riempirà il cuore di gioia, della vera gioia! È questa testimonianza di vita che, con la grazia di Dio, noi vogliamo portare in questa terra ricca di tanti doni, ma anche di tanta povertà! 

Il Signore aiuti le care Sorelle ad adattarsi a questa nuova realtà, anche di povertà, coscienti che “più si è ristrette più si sentono i benefici effetti della santa povertà, più un’anima religiosa deve trovarsi a suo agio(MV 102). Le doni molto coraggio e generosità perché. “Gl’impianti sono sempre difficili, laboriosi e domandano molti e grandi sacrifici…Dunque forza, coraggio, confidenza e massima abnegazione; il vostro vecchio padre farà di tutto per non lasciarvi morir di fame, ma  la santa povertà non vi mancherà: Anche qui, presso a poco, bisogna cominciare come a Roma, cioè tra le braccia della divina provvidenza di cui unicamente deve essere l’opera vostra dappertutto(PT 34).

La storia è testimone di come i sistemi di governo che opprimono il popolo, togliendole la libertà e l’apertura al trascendente, generano paura e impediscono l’umanizzazione di quel popolo, facendo in modo che l’uomo cada facile preda del relativismo e gli riesce poi difficile agire secondo giustizia e impegnarsi per la pace. Il cristiano e tanto più i consacrati, sono chiamati a pregare e lavorare perché possano maturare cuori umili e compassionevoli, capaci di annunciare e testimoniare la misericordia, di «perdonare e di donare», di aprirsi a quanti vivono nelle più differenti periferie esistenziali. 

Con spirito veramente missionario le nostre Sorelle si stanno inserendo in questa realtà “nuova” per noi, per portarvi l’amore misericordioso di Cristo con lo spirito che animò il nostro Santo Padre Camillo, il quale nell’aiutare i poveri diceva: “Non dubitate! Perché Dio è più largo a rendervi che voi a dare. Quello che c’è è dei poveri, e soltanto quello che diamo a loro diventerà nostro. Confidiamo in Dio, pusillanimi, e mettiamo il pane in mano ai poveri che lo ritroveremo nelle mani di Cristo nell’eternità” (Spirito di San Camillo p. 339).

Nella mia partenza da quest’amata nazione il giorno 16  agosto 2018, porto nel cuore una dolce nostalgia e una grande serenità di avere potuto, con la grazia del Signore, portare a compimento questa Fondazione, perché credo che ogni desiderio di bene viene da Lui. Prego con il Salmista: “Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore. La sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua gloria abiterà la nostra terra. Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo. Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto. Davanti a lui camminerà la giustizia e sulla via dei suoi passi la salvezza(Sal 84,9-14). 

E con la preghiera di Papa Francesco alla Virgen de La Caridad prego: 
“Vergine della Carità del Cobre, Patrona di Cuba! … 
Porti nel tuo nome, Vergine della Carità, la memoria del Dio che è Amore, il ricordo del comandamento nuovo di Gesù, l’evocazione dello Spirito Santo: 
amore riversato nei nostri cuori, fuoco di carità mandato a Pentecoste sulla Chiesa, dono della piena libertà dei figli di Dio... 
Sei venuta a visitare  il nostro popolo e sei voluta restare con noi Come Madre e Signora di Cuba, nel corso del suo pellegrinare per i cammini della storia.  Il tuo nome e la tua immagine sono scolpiti nella mente e nel cuore di tutti i cubani, dentro e fuori la Patria, come segno di speranza e centro di comunione fraterna…

Santa Maria, Madre di Dio e Madre nostra! Prega per noi dinanzi a tuo Figlio Gesù Cristo, intercedi per noi con il tuo cuore materno, inondato dalla carità dello Spirito. Accresci la nostra fede, ravviva la speranza, aumenta e rafforza in noi l’amore. Custodisci le nostre famiglie, proteggi i giovani e i bambini, consola quanti soffrono.  Sii madre dei fedeli e dei pastori della Chiesa, modello e stella della nuova evangelizzazione. Madre della riconciliazione!  Riunisci il tuo popolo disperso per il mondo. Fa’ della nazione cubana una casa di fratelli e di sorelle affinché questo popolo spalanchi  la sua mente, il suo cuore  e la sua vita a Cristo, unico Salvatore e Redentore, che vive e regna con il Padre e lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. 
Amen”.


Madre Zelia Andrighetti
Superiora Generale
15 agosto 2018




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