«Vi farò pescatori di uomini» Commento al Vangelo del 22 gennaio 2017, III domenica del T.O.

Di chi siamo? A chi apparteniamo? Chi seguiamo? Da chi ci lasciamo condurre? Sono queste le domande sottintese alla riflessione di Paolo nella prima lettera ai Corinzi che troviamo nella seconda lettura. Questi interrogativi sono un preambolo alla pericope di Matteo proposta nella lettura del Vangelo di questa terza domenica del tempo ordinario. È una pagina che invita al cammino, alla sequela, al pellegrinaggio esistenziale. 
Gesù attraversa le rive del mare esistenziale e chiama. È straordinario notare come Gesù prima di chiamare, vede. "Vide e chiamò". Il Maestro di Nazareth è uno che vede. Il suo vedere è l’entrare in relazione con il prescelto, è vivere una comunione solida, è stringere un rapporto di profonda amicizia. Gesù è uno che sa guardare negli occhi l’altro. Non ha paura di fissarlo. Il suo guardare è entrare nel cuore del prossimo, è conoscerlo a fondo, è afferrare la sua vita e stringerla a sé. 
Sarà quello sguardo profondo che affascina le due coppie di fratelli, Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, che oggi sono chiamati. Ma sarà anche la voce ad averli attirati: “Venite dietro a me”. Una voce attraente, appassionata, decisa, limpida. Lo sguardo e la voce. Oggi sono sguardi indifferenti, ipocriti, arrabbiati, dispettosi. Oggi sono voci assordanti, che gridano, impetuose, che aggrediscono. Il mondo oggi ha bisogno di nuovi sguardi e nuove voci. Nulla a che vedere con sguardi intrisi di pietà e voci melodiche. L’umanità necessita di sguardi veri, limpidi, gioiosi, profondi, sereni. Ha bisogno di voci che appassionano, voci chiare e decise, che pronunziano parole vere e non grida di bestemmie varie, voci sommesse e non grida di vendetta. 
Gesù ci propone uno sguardo attraente e una voce silenziosa. Non ci assilla con paroloni e non ci indispettisce con sguardi fatti con la coda dell’occhio. Gesù si mette di fronte a noi e ci guarda. L’umanità è stanca delle voci fatte piene di promesse irrealizzabili; è stanca di sguardi ipocriti e pieni di falso pietismo. L’umanità di oggi è desiderosa di sguardi teneri e di voci ricolmi di silenzio.
Sono gli sguardi e le voci di chi con discrezione è capace di mettersi al fianco di ogni uomo e di camminare insieme; sono gli sguardi e le voci di chi ha il coraggio di battersi per la verità; sono gli sguardi e le voci di chi non ha paura di annunciare la buona notizia del Vangelo; sono gli sguardi e le voci di chi cure le ferite del corpo e dell’anima dei malati; sono gli sguardi e le voci di chi anela alla pace; sono gli sguardi e le voci dei genitori che con pazienza e amore esercitano la difficile funzione dell’educazione; sono gli sguardi e le voci di quei nonni che con tenerezza e sapienza parlano di Dio. 
È di questi sguardi e di queste voci che l’umanità necessita oggi. Il cristiano è chiamato a lasciarsi sedurre dagli sguardi veri e a seguire voci sincere. Ma è chiamato lui stesso ad essere sguardo tenero e dolce e voce silente eppure dirompente. È la nuova profezia del cristianesimo oggi quella di avere nuovi sguardi e nuove voci. 
Buona domenica! 
Padre Onofrio Antonio Farinola
sacerdote cappuccino

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