Solennità di Tutti i Santi. Il vangelo delle Beatitudine nell'Omelia di Paolo VI a Nazaret.

“ … E’ la voce di Cristo che promulga il Nuovo Testamento, la legge nuova che completa e sorpassa l’antica portando il vivere alle vette della perfezione... Ora ne ascoltiamo la eco ripercossa nei nostri animi di uomini del XX secolo. Ecco quello che questa parola sembra insegnarci.
  Beati noi se, poveri nello spirito, sappiamo liberarci dalla fallace fiducia nei beni economici e
collocare i nostri primi desideri nei beni spirituali e religiosi; e abbiamo per i poveri riverenza ed amore, come fratelli ed immagini viventi del Cristo.
  Beati noi se, formati alla fortezza dei forti, sappiamo rinunciare alla potenza funesta dell’odio e
della vendetta ed abbiamo la sapienza di preferire al timore che incutono le anni la generosità del perdono, l’accordo nella libertà e nel lavoro, la conquista della bontà e della pace.
  Beati noi se non facciamo dell’egoismo il criterio direttivo della vita, e del piacere il suo scopo,
ma sappiamo invece scoprire nella temperanza una fonte di energia, nel dolore uno strumento di redenzione e nel sacrificio la più alta grandezza.
  Beati noi se preferiamo essere oppressi che oppressori, e se abbiamo sempre fame di una
giustizia in continuo progresso.
  Beati noi, se per il regno di Dio, sappiamo, nel tempo e oltre il tempo, perdonare e lottare,
operare e servire, soffrire ed amare. Non saremo delusi in eterno.

 (Dall‘Omelia di Paolo VI a Nazaret, 5 gennaio 1964). 


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