«La messe è molta ma pocchi gli operai» Commento al Vangelo del 3 luglio 2016, XIV domenica del T.O

La Parola di questa domenica del tempo ordinario, con la prima lettura tratta dal libro del profeta Isaia e con la pagina del vangelo di Luca, orienta la nostra attenzione sulla dimensione dell’annuncio. Isaia invita alla condivisione. Per questo dice: Rallegratevi con Gerusalemme, esultate con essa tutti voi che l’amate. Sfavillate con essa di gioia. È come dire: prendete parte a questo momento della vita del popolo, condividete la gioia che la gente sta vivendo. Si tratta di un annuncio espresso per mezzo della condivisione. Si annuncia condividendo. 
Con la pericope evangelica lucana risuona forte all'udito del nostro cuore quella semplice ma profonda parola di Gesù: Andate. Per annunciare è necessario andare e condividere. Nella prima lettura e nella terza, unico è il messaggio: con la vostra vicinanza, condividete la storia del popolo, fate presente l’amore di Dio, prendete parte alla storia dell’uomo e trasmettete la misericordia del Padre. Risuoni come un tuono impetuoso anche oggi nel nostro cuore e nella nostra coscienza di figli di Dio l’imperativo Andate! Il cristiano è chiamato a farsi annuncio della misericordia di Dio, Dite loro: è vicino a voi il regno di Dio. Andare per annunciare. Andare per entrare nei meandri dove si nascondono gli uomini abbandonati e solitari. Andare per entrare nelle impervie vie di quei cuori infranti dalla povertà e dalla miseria. Andare per entrare nelle vene della storia di chi vive nella tristezza della malattia e del dolore. Per questo Gesù invita ancora: Guarite i malati. Andare per entrare e guarire. 
È bello continuare la lettura del Vangelo per soffermarsi anche sullo stato d’animo degli apostoli di ritorno dalla loro missione. Essi sono andati, sono entrati e hanno annunciato il regno di Dio, hanno parlato di Dio, hanno portato Dio. Essi tornano pieni di gioia. Accostarsi alle povertà dell’uomo per farsi suo compagno di viaggio, per caricarsi delle sue povertà per vivere la concretezza della condivisione, per farsi cireneo quando l’uomo è costretto a portare la croce del dolore e della sofferenza, per essere presenza quando l’uomo vive in balia della solitudine è entrare in punta di piedi per dire la misericordia di un Dio che si è fatto uomo pure lui per condividere il cammino stesso dell’uomo. Siamo chiamati a prendere coscienza dell’importante compito missionario che dobbiamo svolgere nella concretezza della vicinanza e della prossimità. Quando avremo vissuto questa dimensione, tanto umana quanto spirituale, vivremo anche la dimensione della gioia. Quella gioia che caratterizzerà anche la nostra stessa opera missionaria. 
Il cristiano è un uomo e una donna della gioia, ci ricorda Papa Francesco. E ancora: La gioia è una virtù pellegrina. È un dono che cammina, che cammina sulla strada della vita, cammina con Gesù: predicare, annunziare Gesù, la gioia, allunga la strada e allarga la strada. 
Onofrio Antonio Farinola*
Sacerdote cappuccino 

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