«Ma voi, chi dite che io sia?» Commento al Vangelo 19 giugno 2016, XII domenica TO

Avere chiara l’identità di Gesù è il presupposto per poterlo seguire, per vivere la vita cristiana all'insegna della sequela Christi cui ogni credente è chiamato a vivere in profondità. 
La Parola di questa domenica con il suo breve brano evangelico di Luca si suddivide in due parti: nella prima Gesù chiede ai suoi amici se realmente hanno capito chi egli sia, con chi hanno a che fare ogni giorno; nella seconda, dopo la professione di fede di Pietro, Gesù mette in evidenza l’importanza della sequela, di una vita spesa in un cammino profondo. Dopo aver chiesto Le folle, chi dicono che io sia?, una domanda generale, Gesù interroga il cuore di ogni singolo discepolo: Ma voi, chi dite che io sia?
Il Maestro interroga i suoi amici per spronarli ad una riflessione sulla sua persona. Non doveva essere difficile scambiare Gesù per un santone o un mago, per questo è necessario soffermarsi e capire. La gente in realtà lo aveva scambiato per un reincarnato, uno che fa miracoli, che ha la bella parlantina tanto da attirare le folle. Il rischio per i discepoli era lasciarsi travolgere dal modo di pensare e di vedere Gesù delle folle, di chi in realtà non lo seguiva, di chi si lasciava abbagliare da ciò che vedeva senza comprendere realmente il suo status divino, l’essere il Cristo di Dio, come professerà Pietro. 
Anche per le folle di oggi Gesù può essere una semplice leggenda, uno dei grandi profeti della storia, un memorabile uomo che ha fatto del bene, un grande taumaturgo che ha avuto la capacità di risuscitare pure i morti. 
Anche i cristiani di oggi possono vedere e sentire Gesù secondo la visione mondana delle folle; anche i cristiani del nostro tempo possono lasciarsi facilmente travolgere da un’idea mondana di Gesù, non comprendendo chi egli davvero sia; anche i cristiani delle nostre comunità possono invocare Gesù di Nazareth come il pronto guaritore che alla circostanza deve muoversi secondo i comandi impartiti. 
Gesù non può essere ridotto a robot telecomandato secondo i nostri desideri e le nostre richieste facilmente legate ai bisogni mondani. Chi è per me Gesù?, è la domanda che oggi sono chiamato a ripetermi. Da quale spirito mi lascio ispirare per dare la risposta? Rispondo per sentito dire o per diretta conoscenza? Come approfondisco la mia conoscenza di Gesù? Quali sono le fonti da cui attingo per conoscere direttamente il Cristo di Dio? 
Gesù va conosciuto personalmente. Non puoi parlare di Gesù se non lo frequenti nella carità, se non ne fai diretta conoscenza nel servizio ai poveri, se non familiarizzi con la sua Parola, se non ti accosti a lui per mezzo dei sacramenti della Chiesa, se non lo ascolti nella preghiera silenziosa, se non lo guardi negli occhi dei fratelli e delle sorelle della tua comunità, se non lo prendi per mano nelle mani dell’innocente bambino o del fragile anziano e dell’ammalato. E nel momento in cui lo conosci così, lo stai anche seguendo. E allora la tua vita sarà salvata. Diversamente l’avrai persa già. 
Onofrio Antonio Farinola*Sacerdote cappuccino 

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