Messaggio del Papa Francesco per l'apertura dell'anno della vita consacrata e Omelia del Cardinale João Braz de Aviz

Domenica, 30 novembre 2014
Care sorelle e cari fratelli consacrati,
è con grande gioia che mi rivolgo a voi in questa circostanza così significativa quale è la Celebrazione eucaristica di inizio dell’Anno della Vita Consacrata. Avrei tanto desiderato essere personalmente presente fra voi, come già avevo assicurato, ma la volontà di Dio ha disposto altrimenti.


Nel convocare questo Anno della Vita Consacrata, a cinquant’anni dalla promulgazione del Decreto conciliare Perfectae caritatis sul rinnovamento della vita religiosa, ho voluto anzitutto riproporre a tutta la Chiesa la bellezza e la preziosità di questa peculiare forma di sequela Christi, rappresentata da tutti voi che avete deciso di lasciare ogni cosa per imitare Cristo più da vicino mediante la professione dei consigli evangelici. Attraverso una molteplicità di iniziative che saranno attuate nei prossimi mesi qui a Roma come in ogni parte del
mondo, la vostra luminosa testimonianza di vita sarà come una lampada posta sul candelabro per donare luce e calore a tutto il popolo di Dio. Rinnovo dunque anche a voi qui presenti il pressante invito che ho rivolto un anno fa ai Superiori Generali: svegliate il mondo, illuminatelo con la vostra testimonianza profetica e controcorrente!
Come potrete attuare questo invito, non solo in questo speciale Anno a voi dedicato ma sempre? Vi indico tre parole programmatiche.

Essendo gioiosi! Mostrate a tutti che seguire Cristo e mettere in pratica il suo Vangelo riempie il vostro cuore di felicità. Contagiate di questa gioia chi vi avvicina, e allora tante persone ve ne chiederanno la ragione e sentiranno il desiderio di condividere con voi la vostra splendida ed entusiasmante avventura evangelica.


Essendo coraggiosi! Chi si sente amato dal Signore sa di riporre in Lui piena fiducia. Così hanno fatto i vostri Fondatori e Fondatrici, aprendo vie nuove di servizio al Regno di Dio. Con la forza dello Spirito Santo che vi accompagna, andate per le strade del mondo e mostrate la potenza innovatrice del Vangelo che, se messo in pratica, opera anche oggi meraviglie e può dare risposta a tutti gli interrogativi dell’uomo.


Essendo donne e uomini di comunione! Ben radicati nella comunione personale con Dio, che avete scelto come il porro unum (cfr Lc 10,42) della vostra esistenza, siate instancabili costruttori di fraternità, anzitutto praticando fra voi la legge evangelica dell’amore scambievole, e poi con tutti, specialmente i più poveri. Mostrate che la fraternità universale non è un’utopia, ma il sogno stesso di Gesù per l’umanità intera.
Care consacrate e cari consacrati, grazie per essere venuti qui oggi a dare inizio solenne all’Anno della Vita Consacrata. Ringrazio anche il Cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, che presiede a mio nome l’Eucaristia. Così come voglio esprimere la mia gratitudine a Mons. José Carballo e a tutti i componenti del Dicastero, che con generosità stanno lavorando per la buona riuscita degli eventi previsti in questo Anno.


Mentre affido alla Vergine Maria, la figlia prediletta del Padre, rivestita dallo Spirito Santo di tutti i doni di grazia e vostro supremo modello, l’Anno della Vita Consacrata che oggi inizia, vi accompagno con la mia preghiera e volentieri imparto su voi qui presenti la mia Benedizione Apostolica.






Omelia del Cardinale João Braz de Aviz
Carissimi fratelli e sorelle,
Iniziamo oggi, con la Chiesa in tutto il mondo, il nuovo anno liturgico. Iniziamo il tempo di avvento. Prepariamo così nella nostra vita di discepoli e nelle nostre comunità il Natale di Gesù. Ma, allo stesso tempo il nostro spirito "viene guidato all’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi" (Messale Romano). In questo tempo segnato dalla speranza cristiana noi innalziamo nei cieli lo sguardo e risvegliamo nei nostri cuori l’attesa per accogliere il Signore che già è venuto, che è con noi ogni giorno e che verrà un giorno nella gloria.

Ieri sera molti di noi siamo andati alla Basilica di Santa Maria Maggiore per la Veglia di preghiera. Come Papa Francesco fa tante volte, anche noi abbiamo voluto consegnare a Maria il cammino e l’esito dell’Anno della Vita Consacrata. Lo abbiamo fatto ascoltando la Parola del Signore, alcuni documenti del Magistero sulla vita consacrata e il testimonio di alcuni dei nostri santi fondatori e fondatrici. Eravamo tutti insieme, figli e figlie dei vari carismi, e il nostro ascolto e la nostra preghiera davanti al Signore e la sua e nostra Madre erano unanimi. Non ci è mancata la parola del Santo Padre che, come oggi, lo fa presente in mezzo a noi.
Abbiamo appena sentito da Papa Francesco il suo desiderio di essere qui con noi, "in questa circostanza così significativa quale è la Celebrazione eucaristica di inizio dell’Anno della Vita Consacrata". Assicuriamo a lui, che è in Turchia per l’incontro fraterno con il Patriarca Bartolomeo, e per approfondire il dialogo interreligioso con i fratelli e le sorelle mussulmani, la nostra preghiera e la nostra piena comunione. 
Lui ha voluto dedicare l’anno di 2015 ai consacrati, donne e uomini di tutta la Chiesa, che nei giorni di oggi il Signore, con uno sguardo profondo d’amore, ha chiamato a una vita più vicina a Dio Amore, per mezzo dei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. Iniziamo così quest’anno della vita consacrata nel segno della speranza cristiana perché il Signore è fedele e, con la sua misericordia, trasforma le nostre infedeltà. Chiunque spera in lui non resta deluso.

Anche noi consacrati e consacrate, come il profeta Isaia, sentiamo la necessità di questa misericordia del Signore e con il profeta diciamo: "Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna, per amore dei tuoi servi"(Is 63,17). E’ questo rapporto di fiducia in Dio che è Padre, esperimentato da noi discepoli di Gesù e consacrati già dall’inizio chiamata, quello che ci fa vivere il presente con passione. Infatti, il Signore è sceso tra noi nel Natale, Dio si è fatto vicino, Lui è uno di noi, e nessun’altro ha fatto tanto per chi confida in Lui (cfr Is 64,3). Per questo diciamo in questo inizio dell’Anno della Vita consacrata: "Signore, tu sei nostro Padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani"(Is 64,7).

Da Gesù, nel vangelo di Marco, sentiamo oggi l’appello forte: "Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati" (Mc 13, 35s).
Più ci lasciamo plasmare dal Padre come argilla nelle sue mani, cioè, più ci consegnammo fiduciosi nelle sue mani di Padre che ci ama, più noi cammineremo con sicurezza e svegli nell’incontro con Lui quando arriverà. Questo atteggiamento potrà dare molta profondità all’anno che ora iniziamo.
Dalla Lettera Apostolica "Testimoni della Gioia" che Papa Francesco ha appena dedicato alle religiose e ai religiosi per l’inizio dell’Anno della Vita Consacrata (del sabato 29 novembre 2014), vogliamo cogliere con attenzione le attese da lui manifestate.

1. "Che sia sempre vero quello che ho detto una volta: "Dove ci sono i religiosi c’è gioia". Siamo chiamati a sperimentare e a mostrare che Dio è capace di colmare il nostro cuore e di renderci felici, senza bisogno di cercare altrove la nostra felicità".

2. "Mi attendo che "svegliate il mondo", perché la nota che caratterizza la vita consacrata è la profezia". "La radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti. Ma i religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico". E’ questa la priorità che adesso è richiesta: "essere profeti che testimoniano come Gesù ha vissuto su questa terra … Mai un religioso deve rinunciare alla profezia".




3. "I religiosi e le religiose, al pari di tutte le altre persone consacrate, sono chiamati ad essere "esperti di comunione". Mi aspetto pertanto che la "spiritualità della comunione", indicata da San Giovanni Paolo II, diventi realtà e che voi siate in prima linea nel cogliere "la grande sfida che ci sta davanti" in questo nuovo millennio: "fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione".
4. "Attendo ancora da voi quello che chiedo a tutti i membri della Chiesa: uscire da sé stessi per andare nelle periferie esistenziali. "Andate in tutto il mondo" fu l’ultima parola che Gesù rivolse ai suoi e che continua a rivolgere oggi a tutti noi (cfr. Mc 16,15). C’è un’umanità intera che aspetta".

5. "Mi aspetto che ogni forma di vita consacrata si interroghi su quello che Dio e che l’umanità di oggi domandano … Soltanto in questa attenzione ai bisogni del mondo e nella docilità agli impulsi dello Spirito Santo, quest’Anno della Vita Consacrata si trasformerà in un autentico kairòs, un tempo di Dio ricco di grazie e di trasformazione".
Aggiungiamo ancora a questo programma concreto del Papa Francesco per noi una delle tre parole programmatiche che lui ci donato oggi, perché le altre due già sono incluse: essere coraggiosi.
Sentiamo nostro questo programma concreto tracciato da Papa Francesco, che fanno concentrare il nostro cammino dell’Anno della Vita Consacrata su le tre realtà centrali: Vangelo – Profezia – Speranza. Con una Ave Maria chiediamo alla Madonna di incominciare a realizzarlo da ora: …Ave Maria…
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/11/30/0911/01962.html#Omelia dell’Em.mo Card. João Braz de Aviz

Commenti