17 dicembre 1891 anniversario dell'incontro del Beato Tezza e la giovane Giuditta (santa) Vannini

"Il giorno che lo Spirito Santo sceglie per dare inizio alla nuova opera nella Chiesa e destinato a cambiare la vita di due anime in cerca entrambe della volontà di Dio, corrisponde al 17 dicembre 1891"

Questo rilevante momento è registrato con semplici parole in un documento autografo del Servo di Dio [Padre Luigi Tezza], intitolato Mémoires, scritto in lingua francese nel 1895: è un fascicolo di 20 fogli in cui si descrive la fondazione della Congregazione dai presupposti ideologici al dicembre del 1893.

Dieci mesi erano passati da quando il Servo di Dio aveva ricevuto la facoltà e niente ancora era fatto; nessuna speranza fondata si mostrava da alcuna parte. 

Nel decorso del mese di dicembre 1891 le religiose di N.S. del Cenacolo residenti in Roma, offrirono nella propria casa alle signore della colonia francese un corso di esercizi predicato nella loro lingua. Venuto a mancare inaspettatamente il predicatore proveniente dalla Francia, le religiose chiesero al Servo di Dio di sostituirlo. Egli, che aveva già predicato gli esercizi l’anno precedente, accettò l’invito. «Era il primo anello di quella catena provvidenziale» destinato a dare vita alla Congregazione delle Figlie di S. Camillo. 


Tra le esercitanti vi era Giuditta Vannini, desiderosa di conoscere meglio la volontà di Dio a suo riguardo. Chiamata alla vita religiosa, non aveva potuto realizzare il desiderio per ostacoli indipendenti dalla sua volontà. Si era allora recata a quel ritiro su invito del suo direttore spirituale, p. Angelo Mondini. 

Il 17 dicembre 1891, avvicinandosi il termine degli esercizi, la Vannini si presentò al confessionale del predicatore, gli parlò della sua vocazione alla vita religiosa e delle numerose difficoltà che aveva incontrato preso le Figlie della Carità. Ella era decisa a consacrarsi a Dio ma non sapeva come realizzare tale vocazione. Il Tezza le propose alcuni Istituti, offrendosi anche di agevolargliene l’ ammissione; ma per ognuno trovava difficoltà. Allora il Servo di Dio le disse: «Avreste dunque, figlia mia, l’intenzione di fondarne una a vostro gusto? Avete per caso la vocazione a farvi fondatrice?». Essa rispose con un sorriso negativo. Il Servo di Dio però credette avere in quel momento come un lume dall’alto, e una voce interna sembrava dirgli: «Non sarebbe questa giovane, l’anima scelta da Dio per dar principio all’opera ch’egli ti ha affidato?». Dopo un istante di riflessione, prendendo sul serio quel che aveva detto quasi per celia, manifestò alla giovane le sue intenzioni e lo scopo dell’opera che voleva realizzare, domandandole se essa non si sentisse per caso disposta a lavorarvi con lui. La Vannini ascoltò attentamente, senza nulla obbiettare e con calma, quasi freddamente si contentò di rispondere: «Padre mio, lasciatemi riflettere; di qui a qualche giorno vi darò una risposta definitiva».

Al termine degli esercizi, la Vannini tornò dal Tezza: da quel momento si metteva interamente a sua disposizione per il progetto di cui le aveva parlato. Il Servo di Dio non mancò di rappresentarle le numerose difficoltà che certamente avrebbe incontrato per venire a termine di questo progetto. Egli non le diede a sperare «rose ma molte e molte spine», soprattutto per la mancanza di risorse e d’appoggi umani.

«Tutto ciò però non parve sgomentare» la Vannini; al contrario si mostrò coraggiosa ed energica perché si mettesse subito mano all’opera con intero e filiale abbandono alla Divina Provvidenza (v. infra, A, 5). 

Le parole del Servo di Dio trovano conferma nella testimonianza del sacerdote Angelo Mondini, direttore spirituale della Vannini: «Si delineava l’orditura dei disegni che la Divina Provvidenza formava su quest’anima privilegiata [Giuditta]. Consigliata da me [direttore spirituale] a fare un ritiro presso le Religiose del Cenacolo, accolse con trasporto la proposta. Fu là dove l’attendeva il buon Dio per manifestarsi interamente. Nelle intime comunicazioni tra il santo predicatore del ritiro, il R.mo Padre Tezza, Procuratore generale dei Religiosi di San Camillo de’ Lellis, venuto dalla Francia per prendere la direzione degli affari dell’Ordine nel suo novello ufficio, e la esercitanda, s’incarnò il disegno da molto tempo maturato nel cuore e nel pensiero del pio religioso; si compresero perfettamente e con slancio ammirevole e concorde, gettarono le basi della Congregazione delle Figlie di San Camillo». 

dalla Positio del Servo di Dio Padre Luigi Tezza.

Vedi anche 👉17 dicembre 1891 il cammino di un sogno

Oggi festeggiamo e ringraziamo il Signore per questo benedetto e provvidenziale incontro, son passati già 131 anni!!!

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