Meditazione Veglia Pasquale nella notte Santa Sabato 19 aprile

Meditazione, Notte santa 19 aprile 2014

Per entrare nel mistero che celebriamo in questa notte, niente è più adatto che leggere anticipatamente il preconio pasquale, l’Exultet, con cui la Chiesa da molti secoli introduce i suoi fedeli nella “veglia delle veglie”.

Anche l’ingresso processionale fatto nella chiesa buia, dietro la sola luce del cero pasquale, ci rimanda, secondo questo canto, «alla colonna dell’Esodo e alla notte in cui Dio ha liberato i figli di Israele, nostri padri, dalla schiavitù dell’Egitto, e li ha fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso» (come sentiremo proclamare nella terza lettura e nel successivo cantico di Mosè). 

A quella pasqua antica, che pure ci appartiene per la fede comune che ci lega al popolo di Abramo, ne è succeduta una nuova, «la vera Pasqua, in cui è ucciso il vero Agnello, Cristo, che con il suo sangue consacra le case dei fedeli; pagando con esso all’eterno Padre il debito di Adamo, cancellando così la condanna della colpa antica». Il mistero della morte e risurrezione di Cristo, non si limita a ridonare all’uomo quella «immagine e somiglianza» che l’antico Adamo aveva perso con il suo peccato; di più, ci fa scoprire un volto di Dio, altrimenti da noi sconosciuto. 

Per questo la Chiesa, facendosi eco delle parole di Paolo il quale constata che «laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia» (Rm 5,20), arriva a proclamare: «Davvero “necessario” il peccato di Adamo, che è stato distrutto con la morte del Cristo». E, in un crescendo contemplativo, al colmo dell’esultanza, chiama «“felice” la colpa, che meritò di avere un così grande redentore!». Di fronte a questa rivelazione inaudita, resta solo lo stupore con cui la Chiesa si rivolge al Padre delle misericordie: «O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà: per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!».

Preghiera:

Con Gesù risorto, cantiamo anche noi dal Sal 30: «Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di lutto in abito di gioia, perché io possa cantare senza posa. Signore, mio Dio, ti loderò per sempre».


Commenti