Testimone di Amore. Padre Luigi Tezza



Volontà missionaria
Nel 1866 il Veneto fu annesso al Regno d’Italia, ma venne applicata la legge italiana della soppressione degli Ordini religiosi. Vani furono i tentativi dei Camilliani per impedire il varo di questa legge per un Istituto di pubblica utilità. A S. Giuliano, dove si trovava p. Tezza, il 1° luglio 1867 si presentò la polizia che ordinò ai religiosi lo sgombero immediato e totale dell’abitazione, provocando così la dispersione della comunità. P. Tezza trovò rifugiò con il gruppo dei giovani formandi in una villa di persone amiche, in attesa di nuovi sviluppi. Nel frattempo il Vescovo di Verona, Mons. Luigi Marchese Di Canossa gli propose la possibilità di affiancarsi ad un’impresa missionaria che da qualche anno Daniele Comboni stava organizzando. P. Tezza, che da tempo coltivava il desiderio missionario, accolse volentieri l’idea di partire per l’Africa insieme ad altri suoi tre confratelli. Ma i Superiori maggiori manifestarono il loro dissenso. Non ritenevano i tempi ancora maturi per tale impegno. Il Vescovo di Verona ottenne per gli aspiranti missionari un rescritto pontificio di esclaustrazione che, se accettato, poneva alle sue dirette dipendenze i quattro religiosi. P. Tezza, che non si attendeva una decisione così rapida e drastica, a differenza degli altri tre confratelli rifiutò di partire senza il consenso dei propri Superiori, nonostante il sincero desiderio di recarsi in missione; intendeva restare camilliano a tutti gli effetti, obbediente al suo ordine religioso. Ebbe colloqui chiarificatori con il suo padre spirituale p. Artini; con forza ed umiltà  accettò le critiche e gli insulti degli altri pur di restare fedele alla sua originaria vocazione. Disse: «Non è e non sarà mai ch'io voglia muovere un passo fuori della volontà di Dio». Significativa una sua frase detta in quei momenti di agitazione: «Prima camilliano e poi Camilliano missionario». Restò a Verona, accanto all’Artini, a collaborare con lui per attraversare la situazione perturbata dalle leggi soppressive e mantenere unita, coraggiosa e fidente quella provincia religiosa.


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