Perché Natale?

A Natale non celebriamo un ricordo, ma una profezia. Natale non è una festa sentimentale, ma il giudizio sul mondo e il nuovo ordinamento di tutte le cose. Quella notte il senso della storia ha imboccato un'altra direzione: Dio verso l'uomo, il grande verso il piccolo, dal cielo verso il basso, da una città verso una grotta, dal Tempio a un campo di pastori.
Mentre a Roma si decidono le sorti del mondo, mentre le legioni mantengono la pace con la spada, in questomeccanismo perfettamente oliato cade un granello di sabbia: nasce un bambino, sufficiente a mutare la direzione della storia. La nuova capitale del mondo è Betlemme. Lì Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, nella greppia degli animali, che Maria nel suo bisogno legge com una culla. La stalla e la mangiatoia sono un no ai modelli mondani, un no alla fame di potere, un no "così vanno le cose". [...] Natale è il più grande atto di fede di Dio nell'umanità, affida il Figlio alle mani di una ragazza inesperta e generosa, ha fede in lei. Maria si prende cura del neonato, lo nutre di latte, di carezze e di sogni. Allo stesso modo, nell'incarnazione mai conclusa del Verbo, Dio vivrà sulla nostra terra solo se noi ci prendiamo cura di lui, come una madre, ogni giorno. C'erano in quella regione alcuni pastori, una nuvola di ali  e di canto li avvolge. E' così bello che Luca prenda nota di questa antica visita, è bello per tutti i poveri, gli ultimi, gli anonimi, idimenticati. Dio riparte da loro. I pastori vanno e trovano un bambino. Lo guardano: i suoi occhi sono gli occhi di Dio, la sua fame è la fame di Dio, quelle manine che si tendono verso la Madre sono le mani di Dio tese verso di loro.
Perché il Natale? Dio si è fatto uomo perché l'uomo si faccia Dio. Cristo nasce perché io nasca. La nascita di Gesù vuole la mia nascita: che io nasca diverso e nuovo, che nasca con lo Spirito di Dio in me. 
Ermes Ronchi, osm (Rivista Madre di Dio N.11 (80) - Dicembre 2012 

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