Quinto Giorno

Ï L’obbedienza


Con l’obbedienza mettiamo a disposizione del Regno di Dio le nostre energie della mente e del cuore, quanto i doni della grazia e della natura; imitiamo cos’ Cristo Signore, che è venuto al mondo facendo in tutto la volontà del Padre che lo ha mandato.
Egli si è fatto per noi obbediente: dalla nascita in una stalla, alla morte di croce e così mostrò all’umanità che con l’obbedienza ha realizzato l’opera della Redenzione.

Ad esempio di Maria e Giuseppe, anche noi ricerchiamo la volontà del Signore, nella parola di Dio, negli eventi quotidiani, nei segni dei tempi, nella persona dei legittimi superiori.


Prima lettura:

Dall’Esortazione Apostolica Vita Consacrata del Beato Papa Giovanni Paolo II (n. 91)

            Una risposta efficace [al mondo d’oggi] è l’obbedienza che caratterizza la vita consacrata. Essa ripropone in modo particolarmente vivo l’obbedienza di Cristo al Padre e, proprio partendo dal suo mistero, testimonia che non c’è contraddizione tra obbedienza e libertà. In effetti, l’atteggiamento del Figlio svela il mistero della libertà umana come cammino d’obbedienza alla volontà del Padre e il mistero dell’obbedienza come cammino di progressiva conquista della vera libertà. È proprio questo mistero che la persona consacrata vuole esprimere con questo preciso voto. Con esso intende attestare la consapevolezza di un rapporto di figliolanza, in forza del quale desidera assumere la volontà  paterna come cibo quotidiano (cf. Gv 4,34), come roccia, sua letizia, suo scudo e baluardo (cf. Sal 18 [17],3). Dimostra così di crescere nella piena verità di se stessa rimanendo collegata con la fonte della sua esistenza ed offrendo perciò il messaggio consolatissimo: “Grande pace per chi ama la tua legge/nel suo cammino non trova inciampo” (Sal 119, 165)


Preghiera:

Padre nostro.
Ave Maria
Gloria.
Beata Madre Giuseppina Vannini, prega per noi.


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